Un film horror, ecco il paese che giustizia i disabili – FOTO

Tutto parte da una differente definizione di insanità mentale: il Texas, stato ben tristemente noto per la quantità di pene di morte che ogni anno porta ad esecuzione, ne ha una diversa da quella che la Corte Suprema Americana identifica come standard per gli stati dell’Unione. E questo porta ad alcune aberrazioni non indifferenti.

E’ il caso di Marvin Wilson, cinquantaquattrenne che ha, domani, un appuntamento con il braccio della morte. A meno che, ovviamente, gli avvocati non riescano ad ottenere una revisione del suo caso o l’intervento dell’autorità politica, del governatore del Texas che ha potere di sospendere le esecuzioni in attesa di riesame. “Nel 2002″, ricorda il Guardian, “la Corte Suprema Americana” con la sentenza Atkins contro Virginia, ”ha impedito le esecuzioni per tutti i prigionieri disabili di mente con riferimento all’Ottavo Emendamento delal Costituzione che proibisce le punizioni eccessive. La corte ha permesso agli stati di elaborare procedure per gestire questo obbligo, ma non il diritto di ignorarlo”. E dunque, con chiarezza, i disabili mentali non possono essere messi a morte: ma cosa è un disabile mentale? Quali sono i criteri che li identificano? “Invece di un approccio clinico o scientifico, basato su test riconosciuti dall’Associazione Americana per le Disabilità Intellettuali e dello Sviluppo, il Texas ha fatto a modo suo”, continua il giornale inglese. E ha elaborato i fattori Briseno, dal nome della causa in cui sono per la prima volta emersi. Scrive theGrio, media della Nbc che si occupa di informazione sul mondo afro-americano, che “i fattori Briseno non sono usati da alcuno scienziato o medico per determinare la capacità mentale e includono fattori come l’eventuale matrimonio dell’imputato, il fatto che abbia o non abbia bambini, il fatto che menta per difendere il suo interesse”.

 

Fonte: Giornalettismo

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