Eventi: quattro passi al Festival Nuovo Cinema Europa

Venerdì 11 Maggio 2012 si è conclusa la Terza edizione del Festival Nuovo Cinema Europa. Edizione come abbiamo già detto, con un bilancio più che positivo, sia per la risposta del pubblico che per la qualità mediamente molto elevata dei film proiettati. Prima di parlare dei film vincitori di questa edizione vorrei soffermarmi su una veloce descrizione dei film da me visionati.

Il Film proiettato lunedì sera Die Unsichtbare (l’Invisibile), di produzione tedesca, opera seconda di Christian Schwochow e forse il preferito di chi scrive, racconta il difficile percorso personale di una timida studentessa di recitazione, che, contro ogni previsione, viene scelta da un famoso regista come protagonista della pièce teatrale Camille. Il personaggio che dovrà intepretare è molto diverso da lei e la porterà, anche dietro pressione del regista, a scavare dentro se stessa per trovare quello che di Camille c’è in lei, confondendo la finzione con la realtà e portandola al limite.

Nel pomeriggio di martedì è stato proiettato il film Silberwald (Foresta d’argento), produzione svizzero tedesca della giovane regista Christine Repond. Il film narra della quotidianità di 3 ragazzi di un piccolo villaggio svizzero, del difficile momento della crescita e delle scelte, a volte sbagliate, che si fanno nel periodo dell’adolescenza. Tutto è amplificato dalle poche possibilità di socializzazione e divertimento che vengono date ai giovani del villaggio e dalla valvola di sfogo che viene data ai ragazzi dalla foresta. Forse per noia 2 dei protagonisti si avvicineranno ad un gruppo di skinheads che si radunano proprio nella foresta teatro dei loro innoqui giochi, trasformandoli in una cosa dannatamente seria, della quale portata si accorgeranno troppo tardi.

Nella serata dello stesso giorno è stato proiettato Atmen, film austriaco, primo lavoro da regista di Karl Markovics, attore austriaco conosciuto in Italia per aver preso parte alle prime due serie de Il Commissario Rex. Il Film parla della difficile vita in un carcere minorile di un diciannovenne cresciuto in orfanotrofio e incarcerato per una rissa finita male nello stesso orfanotrofio. Il lavoro che gli viene dato in semilibertà in una ditta di onoranze funebri, per quanto in un primo momento difficile per l’iniziale scetticismo e la diffidenza dei colleghi gli darà paradossalmente modo tramite tutta quella morte di tornare alla vita, e di riprenderne le fila, ritrovando anche la madre che lo aveva abbandonato. Alla fine della proiezione è stato interessante prendere parte al dibattito con presente l’attore protagonista, Thomas Shubert, che si è dimostrato disponibile e simpatico. Il giovanissimo attore ha ottenuto la parte senza aver avuto esperienze precedenti. Racconta di aver accompagnato un suo amico ai casting e di essere poi stato scelto lui. Nel corso del dibattito si è reso disponibile a domande sul regista del film e gli abbiamo domandato se conosce le fonti di ispirazione del regista stesso. Ci ha risposto che Markovics ama molto il cinema di Terry Gilliam ma che, come si evince dal film, ha uno stile molto realistico.

Mercoledì sera è stato invece proiettato il film forse più controverso del festival Le Sentiment de la Chair (Il Sentimento della Carne), film francese del regista italiano Roberto Garzelli. Il film narra la storia di una studentessa di disegno anatomico e di un medico radiologo, entrambi, seppur in modi diversi, affascinati dall’anatomia umana. Questa loro fascinazione li porterà a vivere un amore morboso con conseguenze sorprendenti. Al seguito di questo film ha avuto luogo un altro dibattito con presente il regista che ha sviluppato alcune interessanti tematiche delle quali relazioneremo presto.

Nella giornata di Giovedì sono stati proiettati 2 meravigliosi film; il primo Die Farbe Des Ozeans (Il Colore dell’oceano), film Tedesco-spagnolo di Maggie Peren, affronta con misura e sensibilità il problema dell’immigrazione e degli sbarchi clandestini dei profughi africani; Il Secondo film, invece, Le petite Chambre (La cameretta), una coproduzione di Svizzera e lussemburgo diretta da Stéphanie Chuat e Véronique Reymond, affronta la difficile amicizia di un anziano e la sua infermiera a domicilio, che leniranno il dolore l’uno dell’altra. Una storia che affronta temi importanti con grande sensibilità.

Nell’ultima giornata del Festival è stato il turno del documentario Pasta nera, film italiano di Alessandro Piva che narra un episodio di solidarietà del dopoguerra, quando tra il 1945 e il 1952 oltre 70000 bambini del Sud più disagiato furono ospitati da famiglie emiliane. Questo film ricorda ai più un episodio quasi dimenticato ed esempio di solidarietà e di unità del paese.

Ho voluto presentare velocemente tutti i film che sono riuscito a vedere per dare un’idea dell’ampio ventaglio di pellicole disponibili alla visione dello spettatore che si approccia a questo Festival. Oltretutto voglio ricordare che la visione degli stessi era completamente gratuita, e certo non è una caratteristica trascurabile.

 

Dario Pittaluga

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