CINEMA D’AUTORE IN DVD E’ PRIMAVERA –
Nazione: Italia
Regia: Renato Castellani
Soggetto: Suso Cecchi D’amico; Mario Castellani; Cesare Zavattini
Sceneggiatura: Suso Cecchi D’amico; Mario Castellani; Cesare Zavattini
Musica: Nino Rota
Cast: Mario Angelotti; Elena Varzi; Don Donati; Ettore Jannetti; Grazia Idonea; Irene Genna; Gianni Santi; Tanino Chiurazzi; Cesare Ranucci; Ernesto Giaione
Durata: 89’
Valutazione * * ½ / * * * *
Trama
Un ragazzo fiorentino parte militare per Catania, incontrerà una bella giovinetta e ne diventerà marito. Subito dopo però sarà trasferito a Milano e non saprà resistere alla tentazione di diventare bigamo, ne succederanno delle belle.
Recensione
Dopo “Sotto il sole di Roma” e prima di “Due soldi di speranza”, “E’ primavera” segna il punto di cesura della trilogia dello stato dell’Italia del dopoguerra. Firmato da un supremo Renato Castellani, racconta la vita di un giovane ragazzo fiorentino partito soldato per Catania. In quel di Sicilia si ritroverà, oltre a svolgere il servizio di leva, ad intrattenere rapporti amorosi con al donna del suo migliore amico. Una volta trasferito questi per diserzione alla prigionia, per il nostro giovane sarà facile rapire il cuore della giovine servetta. La storia d’amore sarà coronata in matrimonio fino a quando per punizione causata da assenza ingiustificata dalla caserma si trasferirà a Milano. Li incontrerà una nuova donzella e diventerà bigamo.
Il cinema italiano scivola inesorabilmente dal Neorealismo alla commedia rosa per fare da passepartout verso la commedia all’italiana, fenomeno più avanzato. Mario Angelotti rappresenta il giovane ragazzo protagonista dalla faccia pulita, che nelle sue disavventure ci appare subito simpatico anche nella colpa. La trama si intesse subito in quella contaminazione tipica di quel genere detto all’italiana; al dolore si mischiano le risate, ad esempio durante il processo per bigamia, e non si scivola mai nel patetico. Una regia asciutta ed essenziale come è sempre quella del tempo, piena di ellissi dove non si vuole appesantire raccontando troppe cose forse inutili. Interessante nel finale il modo di andare a ripescare rapporti passati tramite l’arma sempre pronta del flashback. Immancabile come ogni opera dell’epoca il sostegno della voice over. Da rivedere alcuni passaggi che rendono la trama confusa di una pellicola però comunque eccellente.
Matteo Fantozzi