INTERVISTA ESCLUSIVA A LOUIS NERO –
Oggi abbiamo avuto l’onore di avere con noi a YouMovies.it il regista Louis Nero, ecco cosa ci ha raccontato.
1) Il tuo cinema viene considerato da molti sperimentale, tu come lo definisci?
Credo che il mio cinema sia un cinema di ricerca che, come primo obbiettivo, si propone il fatto di comunicare concetti importanti e di esprimersi con nuovi e più efficaci modelli narrativi. In generale credo che non possa esistere cinema senza sperimentazione e ricerca.
2) ‘La Rabbia’ è un film che parla di cinema e del mondo del cinema. La gente che frequenta il settore lo capisce bene fin dalle prime inquadrature. Cosa volevi trasmettere con questa pellicola?
Il soggetto del La Rabbia è sicuramente il mondo del cinema con tutte le dinamiche che gli girano intorno. Ma, ancor prima, è un film che vuole stimolare il pubblico, e le persone in generale, a non farsi distruggere dalle delusioni e dalle negatività, a reagire trasformando appunto la rabbia
in un’arma necessaria per concentrarsi sui propri obiettivi abbandonando le cose poco importanti.
3) Con Rasputin è arrivato finalmente il successo commerciale oltre a quello della critica. Come mai la scelta di parlare di un personaggio tanto delicato?
Il personaggio di Rasputin è estremamente affascinante. Di lui principalmente mi ha colpito la sua vita controversa e ancor di più quei piccoli segnali che ha seminato nella sua esistenza e nel suo modo di essere. Da questi piccoli simboli del suo percorso si intravede non un percorso da occultista, come l’hanno descritto tutti gli storici, bensì un percorso da vero e proprio iniziato propenso a migliorare continuamente se stesso.
4) Anche Pianosequenza è stata una bella scommessa, a parer mio vinta. Il movimento di macchina da cui prende il nome la pellicola è un vero e proprio dictat nell’opera. Come mai la voglia di andare ad analizzare questa figura retorica?
Da sempre la sfida tecnica è stata uno degli obbiettivi contro i quali tutti i registi si sono misurati. Quella del pianosequenza è forse quella che più mi ha affascinato quindi ho cercato di rapportarmi a essa con occhi nuovi realizzando una sceneggiatura che dipendesse dal linguaggio utlizzato. Sia il film che la storia sono un lungo pianosequenza.
5) Con chi ti piacerebbe lavorare, attori, registi e quanto altro?
Mi piacerebbe lavorare con moltissime persone ma principalmente mi trovo bene a lavorare con le persone che considerano il cinema sia “Arte” e non industria dell’intrattenimento.
6) Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto preparando alcune sceneggiature che spero andranno in porto entro fine anno. In particolare sto realizzando un progetto su un personaggio storico italiano. Non posso svelare altro..
7) Cosa speri per il cinema italiano del futuro?
Non credo si possa più parlare di cinema italiano. Più che altro spero che i nuovi registi di tutto il mondo abbiano una visione corretta del loro modo di fare cinema e che prendano coscienza di avere a che fare con una delle Arti più importanti della nostra epoca, e più decisive per il cambiamento di tutta l’umanità.
Matteo Fantozzi