IN DVD AMICI MIEI II-
Nazione: Italia
Regia: Mario Monicelli
Soggetto: Leonardo Benvenuti; Piero De Bernardi; Tullio Pinelli; Mario Monicelli
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti; Piero De Bernardi; Tullio Pinelli; Mario Monicelli
Musica: Carlo Rustichelli
Cast: Ugo Tognazzi; Gastone Moschin; Philippe Noiret; Renzo Montagnani; Adolfo Celi; Alessandro Haber; Paolo Stoppa; Milena Vukotic; Franca Tamantini; Angela Goodwin; Maurizio Scattorin
Durata: 130’
Valutazione * * * / * * * *
Trama
Il gruppo solito a fare scorrazzate zingaresche si rivede qualche anno dopo al funerale del Perozzi, continueranno a combinarne di tutti i colori non senza scordarsi del passato.
Recensione
Mario Monicelli elabora il secondo atto di un film che aveva fatto scalpore diversi anni prima. In questo contesto l’autore romano si trova ad averne una rielaborazione più personale partecipando assiduamente a soggetto e sceneggiatura, a differenza del primo dove la mano di Pietro Germi era fondante e sostanziale.
La diegesi parte al cimitero dove il gruppo di amici si ritrova per onorare la morte del fidato Perozzi, morto alla fine del primo episodio. Persa la voce narrante ora le sorti del destino dei quattro è affidata al Conte Mascetti, il sempre splendido Ugo Tognazzi, che non casualmente come il narratore nel precedente alla fine subirà un danno fisico che lo porterà alla paralisi.
Lo scavo psicologico nei personaggi è assolutamente più intenso andando a cercare anche nel loro passato e il successo del primo episodio porta quasi con delle scusanti a riparlare della vita del Perozzi solo per non farlo fuori dai giochi.
Sfavillanti i giochi comici come al solito e dove nel primo c’era un vecchietto qui si prendono gioco di uno strozzino. Indimenticabile poi la prova del Sassaroli che fa credere al cimitero a un povero vedovo di essere stato l’amante di sua moglie.
L’astrazione è più determinata, infatti ci troviamo immersi ancora di più in quel senso di morte che pervade tutta la trilogia. E poi che vogliano dire, le sfumature e le incongruenze poco importano se è trascinata un’aria di morale che è di fondo.
Renzo Montagnani ha il difficile compito di sostituire Duillio Del Prete, non cambiandone l’impostazione e facendo finta di essere lo stesso personaggio che nel primo forse era il meno sfavillante.
Meno del primo ma comunque un capolavoro.
Matteo Fantozzi