VALUTAZIONE: ° / * * * *
Diretto dalla semi-sconosciuta Sarah Nean Bruce, The Way of the vampire è un altro di quei titoli di cui avremmo fatto volentieri a meno. Sfilacciato, a volte anche pesante, il film racconta la storia di Van Helsing che ottenne l’immortalità dopo aver sconfitto Dracula per continuare a perseguitare i vampiri che governano la terra. Il tentativo di attualizzare ai giorni d’oggi quella che è una storia di chiara impronta gotica è una delle più grandi forzature in cui la pellicola va incontro. Anche se poi l’intelaiatura fatta di scene misteriose e mondi paralleli cerca di giungere a una conclusione che non trova spazio nella nostra gradazione di apprezzamento, il tutto risulta a volte anche divertente e fortunatamente almeno il trash regna sovrano. Questo ultimo aspetto è quello che da la possibilità alla pellicola di reggersi in piedi facendolo addirittura sembrare gradevole.
Il tutto è evidenziato e condito da una fotografia che fa di tutto per sottolineare questo fattore. L’uso delle luci è immaturo e spesso artificiale, così come la dilatazione delle location che da la sensazione dello scontro a campo aperto che spesso si vedeva in film di chiaro impatto visivo del palcoscenico horrorifico antico battuto ad amplificare la personalità imprescindibile di alcuni mostri sacri come: Dracula, L’uomo Lupo, Frankestein ecc. La deduzione da trarre da questo film è chiara, logica e spontanea: se cercate un film per passare un po’ di tempo in compagnia a farvi quattro risate, è il vostro film; se cercate un horror serio con richiami al passato dei grandi maestri, cambiate fornitore. Il tutto detto senza nessuna presunzione e accusa ma per una dimostrazione di un target volutamente specifico.
Matteo Fantozzi