I GIOVANI TALENTI DEL CINEMA LORENZO DI NOLA –
Nazione: Italia
Regia: Lorenzo Di Nola e Brando Bartoleschi
Soggetto: tratto da un racconto di Edgar Allan Poe “Il sistema del Dottor. Catrame e del Professor Piuma”
Sceneggiatura: Lorenzo Di Nola e Brando Bartoleschi
Musica: Gogol Bordello – Fiumara’s Dream Trio – Raffaele Inno
Cast: Marco Foscari, Marco Blanchi, Massimiliano Franciosa, Stefano Messina, Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Sandro De Paoli, Stella Gasparri, Ilaria Marcelli, Pietro Rebora, Mario Dell’Omo, Ardalan Nabavinejad, Lorenzo Marioni
Durata: 23’
Produzione: Images Hunter
Valutazione * * * / * * * *
Trama
Un giovane laureando in psichiatria deve preparare la sua tesi, tramite un professore viene in contatto con un noto psichiatra che usava il sistema morbido e che decise di reinventarlo. Gli racconterà la sua storia con alcune perplessità sui suoi modi di agire. Nasconderà un gran segreto.
Recensione
Prima prova seria della coppia Di Nola-Bartoleschi studenti del Dams di Roma e con il coraggio di arrivare con questa piccola perla fino a Cannes.
Il sogno di ogni ragazzo è stato realizzato in piccola parte da questi due coraggiosi giovani che tra lezioni di cinema e un po’ di talento sono riusciti a tirare fuori un dramma psicoterapico a metà strada tra L’angelo sterminatore di Luis Bunuel e La Divina Commedia di Manoel De Oliveira senza perdere le tinte macabre dell’autore del soggetto Edgar Allan Poe.
Certo la durata piuttosto breve amputa quello che sarebbe stato un racconto con bisogno di più respiro, ma la prova dei due rimane impressa negli occhi. L’uso della telecamera è sorprendente anche grazie all’aiuto della splendida fotografia di Marco De Marco e dei suoi operatori già esperti del settore. I due giovani si dimostrano capacissimi di conoscere quella che è la macchina cinema e si attorniano di un piccolo cast che diventa equipe specializzata. Da tenere sempre sott’occhio la prova di rilievo di un Marco Foscari sempre e comunque scintillante e un interpretazione di massa veramente allucinatoria. Occlusi nella stanza centrale di un grande castello tutto porta verso una visione degradante e parapsicologica dello stato umano. Il balletto conclusivo dopo la riabilitazione del centro di igiene mentale sembra un ballo settecentesco quasi felliniano per protrarre fino alla fine dei titoli di coda la pazzia umana.
Unica pecca anche dovuta probabilmente ai mezzi e alle disposizioni quella di uno scavo dei personaggi più che sommario e del protagonista totalmente nullo, costretto a fare da figurina a questi personaggi con più di una personalità, ma la bravura di Foscari senza dubbio offusca questo pressappochismo.
Lasciando da parte i dettagli fa proprio piacere a uno studente del Dams vedere dei ragazzi come lui arrivare a Cannes non con le raccomandazioni ma con il talento. Perché Il sistema morbido è un corto/medio-metraggio che colpisce soprattutto per questo: l’amore per il cinema. Bravi ragazzi e in bocca al lupo.
Matteo Fantozzi