Drive – di Nicolas Winding Refn

Drive – di Nicolas Winding Refn, con Ryan Gosling, Carey Mulligan, Brian Cranston, 2011

 

E’ un personaggio che non parla spesso. Ti guarda. Tutti fanno domande e lui non ha risposte che si possano esprimere con parole. Non ci sono parole. Dai titoli e per tutto il film, il richiamo al cinema duro e diretto come un pugno allo stomaco di registi come Abel Ferrara, Walter Hill. Il regista non nasconde la sporcizia. Sporca le cose. Un’irriconoscibile Christina Hendricks è una battona inglese. Ron Perlman è un piccolo boss schifoso. Albert Brooks, la cui sola partecipazione non può che servire a citare Taxi Driver, è il suo fratello in affari. Altri comprimari fanno il loro sporco lavoro. Un film animale, non parla, si muove. Se in Driver di Walter Hill i personaggi non hanno nomi, qui siamo oltre. La città è un grande oceano di caos, caos e sangue. Il protagonista di questo polar atipico è spiazzato di fronte alle grandi emozioni. Non gli sembra vero di aver trovato una pace. E infatti non può durare, perché le cose cominciano a diventare difficili. Poi vanno male. E di male in peggio. La calma e la freddezza hanno una ragione solamente alla fine, quale assenza di pace, e su quale equilibro si regge il nostro personaggio. E’ uno stuntman, la sua pelle resiste a tutta la sporcizia della realtà. Non cerca di fare il duro, ha davvero una sensibilità latente. Il regista Nicolas Winding Refn ci parla ancora di una durezza innata che non ha spiegazione. Sequenze di una violenza eccessiva sono assorbite dalla calma del giovane protagonista, ma non così facilmente dallo spettatore si alternano a montaggi alternati con dei piccoli flash forward, un gioco che si ripete spesso nel film. Per questo la suspance è vera e si vede grazie a scelte di scrittura molto creative e diverse, come la scena del bacio in ascensore. Un film che nella sua estrema prevedibilità sarebbe stato un film di serie z se diretto da un qualsiasi regista. Diventa un esercizio di stile quando dietro la macchina da presa si trova un regista allucinante come quello di Bronson e Valhalla Rising.

Ryan Gosling, che ha spinto per la realizzazione di questo film, è alla sua prova del nove e vince. Premio come miglior regia a Cannes assolutamente meritato. Tra i migliori film dell’anno, da vedere al cinema, presto.

 

 

Davide Tomaselli

 

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