PICCOLA POSTA CINEMA ITALIANO –
Nazione: Italia
Regia: Steno
Soggetto: Steno; Lucio Fulci; Sandro Continenza
Sceneggiatura: Steno; Lucio Fulci; Sandro Continenza
Musica: Raffaele Gervasio
Cast: Franca Valeri; Alberto Sordi; Peppino De Filippo; Mimmo Carotenuto; Anna Maria Pancani; Nanda Primavera; Amalia Pellegrini; Sergio Raimondi; Nietta Zocchi; Nicoletta Orsomando; Vincenzo Talarico; Giusi Raspano Dandolo
Durata: 90’
Valutazione * * / * * * *
Trama
Tramite le righe di un rotocalco rosa la non più giovanissima Lady Eva da consigli a uomini e donne di mezza età. Tra essi alcuni ne capiranno l’inadeguatezza e se ne approfitteranno mentre altri prenderanno le sue parole come quelle di un profeta.
Recensione
In quelle che sono le fila dell’ormai già affermato neorealismo Rosa e in quella che è la via che porta diretta alla commedia all’italiana spuntano film come questo che deridono le abitudini degli italiani e le mode del tempo non senza riflettere.
Il ritratto di Lady Eva assume il ruolo grottesco di una non-splendida Franca Valeri, l’anti-diva per antonomasia. Il suo cambiare nome tentando di destabilizzare la sua italianità e il suo accompagnamento di un cognome polacco ci mostrano tutto il profondo disagio di una figura che nella stanza dove risponde alle lettere si contornia di piccoli feticci provenienti da ogni dove. Il suo innegabile fallimento avviene nel finale quando una sua fans che per seguire un consiglio aveva tentato il suicidio si intrufola nella sua vita rubandogli l’uomo che ama. Appunto il suo è un fallimento che si colloca senza problemi nella tradizione di questo periodo, senza sconforto ma sempre raccontato con un tocco delizioso che anche qui non tarda a mancare.
Straordinario Alberto Sordi che si finge barone e tenta di accaparrarsi i beni di una vecchietta miliardaria per saldare i suoi buffi. Diventerà una comica senza precedenti quando lui tenterà di portarla alla morte ma si troverà di fronte a problemi più gravi del previsto.
Presente anche Peppino De Filippo nella parte di un bizzarro vigile che viene messo in situazioni improbabili dalla moglie.
Una pellicola all’apparenza senza grandissimo scavo psicologico ma invece colma di oggetti, feticci, pensieri che ci riportano nel punto del problema che regge quegli anni, non senza disagi.
Matteo Fantozzi