Le colline hanno gli occhi, il remake di Alexandre Aja al grande film di Wes Craven

LE COLLINE HANNO GLI OCCHI –
Titolo originale:
The hills have eyes
Nazione: Usa
Regia: Alexandre Aja
Soggetto: Wes Craven
Sceneggiatura: Alexandre Aja, Gregory Levasseur
Musica: Tomandandy
Cast: Aaron Standford; Ted Levine; Kathlin Quinlan; Vinessa Shaw; Emily de Ravine; Dan Byrd; Robert Joy; Laura Ortiz; Billy Drago
Durata:
107’

 

Valutazione   * * * / * * * *

 

 

Trama
Una famiglia al completo ha un incidente, non casuale, nel deserto del New Mexico. Scopriranno che a volte anche le colline hanno gli occhi…

 

Recensione
Senza tanti indugi si può affermare con sicurezza che questo è uno dei pochi remake della storia del cinema horror riuscito e alla grande. In un epoca in cui si mira nettamente a fare cinema di cassetta solo per intascare più quattrini possibili è senza dubbio una lieta nota un piccolo film che potrebbe diventare un cult. Nell’ormai lontano 1977 Wes Craven, qui supervisore, realizzava quel fantastico saggio di cinema anti-politico che è Le colline hanno gli occhi. Nella sua complessiva rozzezza il film era un modo per mettere in guardia la gente da quanto la diversità voluta dallo stato americano fosse pericolosa e violenta. Portato ai limiti dell’assurdo veniva messa una civiltà cannibale contro una cittadina per dimostrare che poi tanta differenza non c’era.
Alexandre Aja ha il pregio di aggiornare la pellicola, portarla ai giorni d’oggi e dargli un tocco di ironia grottesca che non guasta mai. Ma la forza della sua opera si rivela senza dubbio lo scavato livello psicologico dei protagonisti cannibali; dal desiderio sessuale che nutrono, all’ammissione di avere rabbia per una vita rovinata dagli esperimenti voluti dallo Stato; al toccante gesto della bambina “mostro” che salva la bambina “uomo” sacrificando la sua vita.
A differenza dell’originale, nascendo in un periodo politico tutto sommato più libero, la critica sociale viene subito sottolineata fin dal principio con tanto di didascalia e voce fuori campo che ci parla di alcuni esperimenti avvenuti nel New-Mexico, nella realtà ci trovavamo nel Nevada. La sigla iniziale poi ci offre cinque minuti di cinema puro, per dirla alla Bazin, con una successione di disastri e di gente nata con malformazioni degeneranti.
La macchina da presa è come sempre usata con maestranza dal Maestro Aja.
Innumerevoli poi gli omaggi al cinema di genere. Dando per scontato il film di Craven, dato che poi ne è il remake dichiarato, troviamo punti di contatto senza dubbio forti con Non aprite quella porta di Tobe Hooper e un piccolo elogio a La città verrà distrutta all’alba di George Romero nell’incipit del film.
Alexandre Aja, al suo primo film americano, si conferma quindi insieme a Rob Zombie il maestro contemporaneo dell’horror e la speranza di una nuova generazione di fenomeni.
Seguito da un sequel, Le colline hanno gli occhi 2, che sarebbe meglio non guardare nemmeno.

 

 

 

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