Vacancy (2007), di Nimrod Antal

Vacancy - Nimrod Antal

VACANCY IN DVD

 

 

Titolo originale: Vacancy
Nazione: Usa
Regia: Nimrod Antal
Sceneggiatura:
Mark L. Smith
Musica: Paul Haslinger
Cast: Kate Backinsale: Amy Fox; Luke Wilson: David Fox; Frank Whaley: Mason; Ethan Embry: il meccanico 
Durata:
80’

 

Valutazione * * 1/2 / * * * *

 

 

Trama
Una coppia in crisi si perde per le strade di campagna e oltretutto subisce un guasto alla macchina. Costretti a passare una notte in un quello che sembra un normalissimo/squallidissimo motel entreranno dentro un incubo

 

Recensione
Cos’è il male? Cos’è la violenza? Sono due cose molto difficili da spiegare, soprattutto in tempi come i nostri dove la violenza è dappertutto. Dopo l’11 Settembre ne è passata di acqua sotto i ponti e ne sono passate di sequenze terribili sia nei telegiornali che nelle sale cinematografiche. Il primo che forse aveva capito cos’era la violenza fu Stanley Kubrick nel lontano 1975 con il suo Arancia Meccanica. Oggi dopo esempi come Them e The Strangers, c’è andato molto vicino Vacancy.
Una coppia in crisi, si trova costretta a passare la notte in uno sperduto motel. Una volta al suo interno inizieranno ad accadere strani fatti, inspiegabili, che coinvolgeranno i due. Fino a che il protagonista maschile non si accorgerà tramite delle Vhs lasciate nella camera (di proposito), che quel luogo è stato testimone di torture apparentemente immotivate. I Due scopriranno di essere osservati da varie telecamere e saranno impossibilitati ad abbandonare il motel, lotteranno con i denti per sopravvivere.
Rovinato da un sequel ignobile, Vacancy 2: l’inizio, ce cerca una spiegazione a tanta malvagità, Vacancy è un film che guarda questo lato psicologico umano da un altro punto di vista. L’immotivazione di questo atto ci riporta al gesto del riavvolgimento del nastro in Funny Games, e al finale di The strangers dove due poveri disgraziati vengono molestati e ucciso solo perché si trovavano in casa. Un modo nuovo di guardare la violenza, laddove solo Kubrick aveva pensato, dandole una collocazione umana e materiale, esprimendo il non- sense che porta un uomo a uccidere, portando ai limiti della ragione quello che è l’atto più bestiale della vita, la sua privazione per mano altrui.
I due protagonisti di Vacancy sono immersi in un incubo e non sanno il perché, ma non lo sapremo neanche noi a meno che ci sentissimo costretti a considerare la vendita di vhs-snuff (a cui il regista dedica una sequenza cortissima) come il pretesto di cotanta violenza. Semplice per noi la spiegazione, la mancanza di giustificazione.

 

Matteo Fantozzi

 

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