Locarno 70: “Granma”, il film breve di Daniele Gaglianone e Alfie Nze

Il film Granma di Daniele Gaglianone e Alfie Nze sarà presentato in selezione ufficiale al Festival di Locarno lunedì 7 agosto alle ore 16.15. Granma è un film breve prodotto nell’ambito della campagna informativa “Aware Migrants”, realizzata dal Ministero dell’Interno – Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione e dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

Nato da un’idea dell’Agenzia di comunicazione Horace, il film è stato sviluppato come soggetto originale dal regista Gianni Amelio, e prodotto da Gianluca Arcopinto. La sceneggiatura e la regia sono di Daniele Gaglianone e Alfie Nze. È stato girato interamente in Nigeria, fra Lagos e il villaggio di Badagry, con troupe e cast nigeriani. La colonna sonora del film, il brano rap Challenging death, scritto da Alfie Nze e interpretato dai due giovani protagonisti del film, ha dato vita a un video musicale.

È stato prodotto da Horace per conto dell’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, con il finanziamento del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, ed è parte integrante del progetto Aware Migrants, una campagna nata per sensibilizzare i migranti sui rischi del viaggio e fornire loro le informazioni utili a prendere decisioni libere e consapevoli. www.awaremigrants.org

Protagonista di Granma è Jonathan un giovane cantante hip-hop di Lagos che un giorno, mentre è intento a registrare una nuova canzone nello studio di registrazione, riceve una telefonata. Il cugino Momo che aveva tentato la traversata verso l’Europa è morto in mare. Jonathan non ha scelta. Deve accompagnare sua nonna a portare la notizia alla sorella, la nonna di Momo, che vive in un villaggio nel cuore del sud-est della Nigeria… Il viaggio sarà occasione di confronto e crescita per i due.

Fare un film – raccontano i registi – non significa mai solo fare del cinema: nel rivedere un film, il regista riconoscerà sempre un pezzo della propria vita. Nel fare un film come questo è ancora più difficile discernere la lavorazione cinematografica dall’esperienza vissuta. La sfida è stata appassionante fin da subito, quando si è trattato di trarre una sceneggiatura dal soggetto di Gianni Amelio, un’idea semplice e forte in cui si condensavano il tema del viaggio, della morte, dell’incontro e scontro fra generazioni, di un feroce desiderio di essere padroni della propria vita. Questa idea occorreva calarla in un luogo specifico dove si intrecciano un insieme di genius loci che diventano un labirinto: la Nigeria di oggi e più precisamente Lagos e una provincia lontana dalla megalopoli. Due registi, due sensibilità, due percorsi artistici e di vita diversi si sono riusciti a fondere in questo progetto in un modo cosi naturale da essere sorprendente. In un ambiente sconosciuto per uno dei due (Daniele), la presenza dell’altro (Alfie) è stata fondamentale per muoversi in un contesto sociale affascinante e difficile come quello nigeriano. E durante le riprese questa sintonia ha consentito di condividere ogni aspetto del film ben oltre la preventiva decisione di separare indicativamente gli ambiti del lavoro, Alfie più concentrato sulla direzione degli attori, Daniele più sul linguaggio della macchina da presa. Ogni giorno la linea di confine era sempre più labile e c’erano continue ed empatiche invasioni di campo fra i due registi. Tanto che viene da dire che i registi sono due ma la regia è una sola.

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