Quel Terminator all’amatriciana

Correva l’anno 1989 e il mitico Terminator 2 – Il giorno del giudizio di James Cameron sarebbe arrivato nelle sale cinematografiche mondiali soltanto due anni più tardi.

Autore, tra l’altro, dello zombie movie Virus – L’inferno dei morti viventi e dell’eco-vengeance Rats – Notte di terrore, il compianto Bruno Mattei pensò bene di sfruttare il successo del fanta-movie che portò all’attenzione del grande pubblico Arnold Schwarzenegger mettendo in piedi un suo Terminator 2, anche conosciuto con il titolo Shocking dark.

Sceneggiato dal Claudio Fragasso, futuro autore di Palermo Milano solo andata, un lungometraggio che, ovviamente, al di là del titolo non aveva nulla a che vedere con quanto raccontato nella pellicola del 1984.

Infatti, incaricati di scoprire cosa era accaduto a un’equipe scientifica scomparsa nel nulla in una futuristica, degradata Venezia, ne furono protagonisti alcuni tecnici e agenti che, raggiunto il laboratorio in cui essi stavano lavorando, trovavano soltanto una bambina sopravvissuta.

Preludio ad attacchi da parte di mostruose creature nate dalle mutazioni genetiche dovute al forte inquinamento.

Quindi, più una scopiazzatura di quanto raccontato dallo stesso Cameron in Aliens – Scontro finale che della vicenda a base di cyborg provenienti dal futuro; sebbene nel film si palesasse comunque un replicante proto-Schwarzy nell’ultima mezz’ora di visione.

Insomma, tra fumi nebbiosi e un continuo vagare nei sotterranei, non possiamo certo negare che siamo stati noi italiani ad anticipare il concetto su cui si basano oggi i mockbuster targati Asylum.

Francesco Lomuscio

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