Addio a Gene Wilder

gene wilder

Si è spento il 29 agosto 2016 all’età di ottantatré anni, nella sua casa di Stamford, nel Connecticut, il popolare attore statunitense Gene Wilder (vero nome Jerome Silberman), a causa delle complicazioni dovute alla malattia di Alzheimer.

Cresciuto nel Midwest, Wilder studiò recitazione presso l’Old Vic in Inghilterra e conobbe il successo grazie ai lavori interpretati per genio della risata su celluloide Mel Brooks, da Per favore, non toccate le vecchiette (1967) alla mitica parodia horror Frankenstein Junior (1974), passando per Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974).

In non pochi, però, lo ricorderanno anche per essere stato l’eccentrico produttore di dolci nel fantastico Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971) di Mel Stuart e per aver fatto coppia comica con il compianto collega Richard Pryor in diverse occasioni, da Wagon-lits con omicidi (1976) di Arthur Hiller a Nessuno ci può fermare (1980)  di Sidney Poitier e Non guardarmi: non ti sento (1989), sempre di Hiller, fino a Non dirmelo… non ci credo (1991) di Maurice Phillips.

Iniziata la propria carriera a Broadway, Wilder fece il proprio debutto al cinema con un piccolo ruolo in Gangster story (1967) di Arthur Penn, ma la sua ricca filmografia include, tra gli altri, Che fortuna avere una cugina nel Bronx (1970) di Waris Hussein, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (1972) di Woody Allen, Il piccolo principe (1974) di Stanley Donen, Bebè mania (1990) di Leonard Nimoy, Hanky Panky, fuga per due (1982), firmato dal già citato Poitier, e quattro lungometraggi – se escludiamo l’episodio Skippy inserito nel collettivo I seduttori della domenica – di cui ha curato anche la regia: Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (1975), Il più grande amatore del mondo (1977), La signora in rosso (1984) e Luna di miele stregata (1986).

A proposito del proprio rapporto con il sopra menzionato Pryor, l’attore ha ammesso soltanto nel 2005 di non essere mai stato molto amico con lui, tanto che non era neppure a conoscenza dei suoi problemi con le sostanze stupefacenti.

Nel 2003 è stato premiato con un Emmy per la sua partecipazione in qualità di guest star nella serie televisiva Will & Grace, in quanto, abbandonati i set cinematografici all’inizio degli anni Novanta, ha continuato a lavorare soltanto nell’ambito del piccolo schermo, effettuando per lo più comparsate.

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