In dvd un documentario per ripercorrere la storia della punk band dei Ramones

ramones

Con una durata di settantasei minuti e non di sessanta come erroneamente riportato sulla fascetta del dvd edito da Mustang Entertainment con il titolo Ramones, si tratta del Ramones – The true story diretto nel 2005 da Sam Donald.

Un agglomerato di filmati spazianti da esibizioni ad immagini rare sulle note di Blitzkrieg bop, Rockaway beach, The kkk took my baby away e molte altre ancora, alternate ad interventi di alcune delle figure che sono state fondamentali nella storia della punk band che, scontenta della noiosa piega progressive che aveva preso la musica all’inizio degli anni Settanta, era intenzionata a riportare il rock’n’roll.

Figure che vanno dal tour manager Monte Melnick all’art director Arturo Vega; passando per il primissimo batterista Tommy Ramone (all’anagrafe Tamás Erdélyi), poi sostituito dal Marky alias Marc Steven Bell che si rivelò perfetto per il gruppo.

Il Tommy Ramone che ricorda gli inizi in cui il cantante Joey suonava la batteria, cominciando anche a comporre i primi pezzi utilizzando una chitarra fornita soltanto di due corde (!!!).

Il Joey che, autentico genio del ritornello e dei motivetti orecchiabili, tra una I don’t want to go down to the basement e una Today your love, tomorrow the world apprendiamo anche essere sofferente di sindrome ossessivo-compulsiva.

Man mano che è anche il compianto Hilly Kristal proprietario dello storico CBGB rock club sito nel Lower East Side di Manhattan a prendere la parola per riportare alla luce dettagli riguardanti la storia del quartetto caratterizzato da capelli lunghi, giubbotto di pelle nero e jeans strappati, i cui elementi erano sì stravaganti, ma, allo stesso tempo, naturali, grezzi, trasudanti genuinità.

Il quartetto cui si devono veri e propri capolavori delle note più scatenate del calibro di Sheena is a punk rocker e I wanna be sedated e che, oltre che nei Beatles e in Elvis Presley, individuò le proprie influenze negli Stooges e negli MC5.

Il quartetto che, considerato dal mitico produttore discografico Phil Spector – che gli finanziò l’album End of the century – il primo complesso ad averlo emozionato dopo i Rolling stones, fu anche protagonista del cult movie Rock’n’roll high school, realizzato nel 1979 da Allan Arkush e da un non accreditato Joe Dante.

Cult movie di cui rivediamo anche alcune sequenze nel corso di questo prezioso oggetto del desiderio da schermo che, indirizzato ai ramonesiani irriducibili, non solo ci mette al corrente del fatto che il bassista Dee Dee aveva una fidanzata che lo picchiava, ma rimarca, inoltre, la maniera in cui influenzò con il suo modo di suonare addirittura il Sid Vicious dei sex pistols.

Travolti da I don’t care, Beat on the brat e dalla cover California sun, quindi, non rimane altro da fare che inserire il disco nel lettore e… hey ho, let’s go!

Francesco Lomuscio

Impostazioni privacy