“Ti prego Marty”: intorno a questa frase ruotano molti dubbi circa la verità sulla morte di Marco Vannini.
Nelle telefonate al 118 si sente Marco urlare questa frase, oltre che lamentarsi di dolore. A ferirlo era stato un colpo di pistola e non un pettine, come aveva dichiarato Antonio Ciontoli all’operatrice. Anche i vicini di casa hanno sentito il ragazzo lamentarsi e chiedere scusa alla fidanzata Martina. Ma perché?
Ti prego Marty
Tommaso Liuzzi, vicino di casa della famiglia Ciontoli, quella sera ha sentito Marco Vannini gridare di dolore. E non è tutto. Ha dichiarato di aver sentito il ragazzo scusarsi con la sua fidanzata Martina. Era forse successo qualcosa tra i due?
L’uomo ha detto che Maria Pezzullo, moglie di Antonio Ciontoli, andò a fargli visita dopo la morte di Marco Vannini, forse per sondare il terreno e capire lui cosa avesse sentito. Liuzzi registrò tutta la conversazione. L’uomo chiese spiegazioni su quelle frasi sentite pronunciare dal ragazzo quella notte: “Ti prego Marty”, “Scusa Marty”.
Ma la signora Pezzullo gli spiegò: “No! Massi! Quando stava qua a terra chiedeva scusa a Massi che era quello da cui lavorava”. Ma perché un ragazzo ferito da un colpo di arma da fuoco dovrebbe, tra le urla di dolore, chiedere scusa e invocare il suo datore di lavoro, nemmeno presente in quel momento?
Stasera Le Iene dedicheranno un’intera puntata al caso Vannini: le versioni fornite dalla famiglia Ciontoli, i dubbi dei genitori di Marco, le omissioni, le interviste dei vicini di casa. L’appuntamento è su Italia 1 alle 21.25.